lunedì 15 agosto 2016

The Case



Charles Kaznyk è un giovane e promettente filmmaker dell'Ohio, appassionato degli horror movie di George Romero. Questa sua passione lo porta a realizzare il cortometraggio The Case, girato su pellicola super 8.
La realizzazione si dimostra subito ardua che tocca il culmine quando, durante le riprese di una scena notturna presso la stazione ferroviaria della cittadina dove vive, Kaznyk e i suoi collaboratori rischiano la vita a causa del deragliamento di un convoglio governativo contenente un carico "non classificato".
L'incidente fa si che tutta la zona viene isolata dai militari per tenere i cittadini lontani dai luoghi d'indagine, cosicché la troupe deve trovare degli espedienti per terminare le riprese.
La determinazione del giovane filmmaker lo porta a modificare la sceneggiatura inserendo nella storia l'incidente ferroviario; filmando dal vivo i rottami dei vagoni e ricostruendo, con l'utilizzo di un modellino, il deragliamento.
Quando ho visto la sequenza dell'incidente mi sono venuti in mente i dischi volanti di Plan 9 From Outer Space e la passione di Ed Wood nel realizzare film a basso costo.

La ricostruzione della travagliata produzione della pellicola è descritta nel lungometraggio di J.J. Abrams, prodotto da Steven Spielberg, Super 8.



sabato 30 luglio 2016

Il cappello ti devi levare



Tu, uno come Ugo Piazza non lo uccidi a tradimento.
Tu, uno come Ugo Piazza non lo devi neanche toccare.
Tu, uno come Ugo Piazza non lo devi neanche sfiorare.
Tu, quando vedi uno come Ugo Piazza il cappello ti devi levare.
Il cappello ti devi levare.
Il cappello ti devi levare.
Il cappello ti devi levare.
Il cappello ti devi levare!
(Rocco Musco)

Milano calibro 9



venerdì 22 luglio 2016

Contaminations



Henry Silva, Mark Gregory, Alex Mc Bride, Marina Lotar, Anna Kanakis. Vi dicono nulla?
Riproviamo. Enzo G. Castellari, Ruggero Deodato, Sergio Martino, Luigi Cozzi. Niente?
Quando ero adolescente, non lavorando, di soldi non ne giravano, quindi non andavo spesso al cinema. Sino a quando non li passavano in televisione, film come 1997 Fuga da New York o Blade Runner non riuscivo a vederli, se non dopo mesi o, nella maggior parte dei casi, più di un anno dalla loro uscita.
Mi ricordo bene il “Lunedì film” di RaiUno con le sue produzioni hollywodiane; i film per ragazzi su Italia 1, sto parlando di Breakfast Club, I Goonies, Una poltrona per due, Ghostbuster e Ladyhawke solo per citarne alcuni; o la serie di Zio Tobia con titoli come Halloween e Venerdì 13.
Ma è nel pomeriggio su Rete 4 che venivano trasmesse le cosiddette “chicche”, i cloni italiani delle produzioni americane. Quindi prima di essere testimone della liberazione del presidente degli Stati Uniti dalla prigione newyorkese avevo già visto 1990: I guerrieri del Bronx di Castellari, con i sopra citati Mark Gregory e Alex Mc Bride (al secolo Marco Di Gregorio e Massimo Vanni).
Ora questi film non li trasmettono più e li avevo anche cancellati dal mio database mentale senonché mi è stato regalato un libro che mi ha fatto tornare la voglia di rivederli....almeno alcuni.

Si tratta di “Contaminations – Guida al fantacinema italiano anni 80”, scritto da Daniele Magni che, insieme a Manuel Cavenaghi, è uno dei proprietari di Bloodbuster, il B-movie store aperto nel 1999 a Milano. Hanno iniziato come una piccola videoteca con a catalogo “tutto il cinema dalla B alla Zeta” ed essendo degli esperti nel genere sono riusciti ad ampliare sia la metratura che le attività fino ad avere la loro casa editrice, specializzata soprattutto in dizionari e guide.
Su Contaminations è stato fatto un lavoro certosino prima di ricerca e poi di visione, e da come sono state scritte alcune schede si capisce che, per alcuni film, quest'ultima parte non deve essere stata facile.
E' una vera è propria guida che non ha nulla a che fare con Il Mereghetti o altri libri più seri.
Il “meno serio” che sto utilizzando, in questo caso non è dispregiativo, ma lo considero un punto di forza. La critica fatta non è neutra e non vengono usati giri di parole per farti capire se il film fa schifo oppure vale una visione.
La sensazione è proprio quella di parlare con un amico davanti ad una birra che da letteralmente del “vitello bollito” al protagonista di Urban Warriors oppure che utilizza frasi come “...tanto peggio di così...” o ”...una coloratissima farsa fantascientifica che funge da pretesto per mostrare un po' di tette e culi.”.
E in tutto questo delirio di B-movie futuristici, fantascientifici e postatomici c'è anche chi è stato in grado di creare un film montando gli scarti della saga UFO.
Insomma Contaminations è un libro che tutti gli appassionati di cinema dovrebbero tenere in casa, perché ritengo che se una guida riesce farti tornare la voglia di rivedere dei film che pensavi assolutamente di non voler riguardare, vuole dire che l'autore ha fatto un ottimo lavoro.


Non vedo l'ora d'avere tra le mani un'altra delle loro guide: “Ancora più...cinici, infami e violenti” .


domenica 17 aprile 2016

Ave, Cesare!





Hollywood 1951. Eddie Mannix (Josh Brolin) è un “fixer” della casa cinematografica Capitol Pictures, ovvero una persona incaricata di risolvere tutte le crisi che sorgono durante la produzione di un film. Sono diversi i problemi del quale Mannix si deve occupare: la gravidanza inaspettata dell'attrice di punta dei musical acquatici DeeAnna Morgan (Scarlett Johansson), che per non fare uscire lo scandalo e fallito il tentativo di organizzare un matrimonio riparatore, deve trovare un altro escamotage; oppure convincere lo stimato regista britannico Laurence Laurentz (Ralph Fiennes) a non cacciare dal suo set la star dei western di serie B, Hobie Doyle (Alden Ehrenreich), in quanto pessimo attore.
La giornata per Mannix si complica quando le riprese del più costoso progetto della Capitol, il peplum “Ave, Cesare!”, vengono interrotte per la scomparsa del protagonista, la star hollywoodiana Baird Whitlock (George Clooney).
(Un esercito di tecnici, attori ed artisti di spicco lavora sodo per portare sullo schermo il nostro titolo più importate dell'anno. “Ave, Cesare!” è un film di prestigio con una delle maggiori star del mondo: Baird Whitlock)
Quando il fixer riceve un lettera con la richiesta di riscatto dovrà gestire la situazione tenendo all'oscuro le incalzanti giornaliste, sempre in cerca di uno scoop, Thora e Thessaly Thacker (Tilda Swinton in doppio ruolo).
(Abbiamo la tua star. Metti insieme 100.000 dollari e aspetta le istruzioni. Chi siamo? Il Futuro)



Con questa black comedy Joel e Ethan Coen rendono omaggio alla Hollywood degli anni cinquanta, la cosiddetta Golden Age.
Le ambientazioni e i personaggi ci fanno ricordare i vari generi cinematografici e i divi dell'epoca.
Il kolossal storico-religioso, ambientato ai tempi dell'antica Roma, richiama subito al Ben Hur di William Wyler, soprattutto nella scena dell'incontro tra il centurione romano Clooney con il Cristo, come fece a suo tempo Charlton Heston.
La “sirenetta” DeeAnna Morgan è senz'ombra di dubbio ispirata alla popolarissima diva dei musical acquatici Esther Williams, mentre i balletti di Gene Kelly vengono rivisitati (in chiave gay) da un Channing Tatum vestito da marinaio, cantante e ballerino di tip tap.
Il sofisticato regista Ralph Fiennes, che mantiene l'eleganza di Laurence Oliver anche quando impartisce una lezione di dizione al “singing cowboy” Doyle (un sorprendente Ehrenreich), bravissimo con lazo e chitarra, ma senza doti recitative.

Oltre a farci vedere la maestosità delle produzioni dell'epoca, anche con l'aiuto della fotografia che richiama il tecnicolor utilizzato a quei tempi, i Coen ci mostrano anche i lati più grigi dei personaggi con i loro vizi e i loro capricci.
Un Whitlock confuso e soggiogabile, avvezzo alla bottiglia e con uno scheletro nell'armadio che Mannix non deve far uscire. La diva DeeAnna Morgan tanto angelica davanti alla macchina da presa, quanto dissoluta nella vita privata. Doyle, il “cowboy” belloccio, che riempe le sale con il western di serie B Luna lazzarona, stupido ed ingenuo che quando esce a cena con la soubrette di turno si diverte a fare il lazo con gli spaghetti.

I dialoghi irriverenti sul filo della satira sono semplicemente irresistibili a partire dagli sproloqui sul marxismo degli sceneggiatori sinistroidi, sino alla discussione teologica sulla modalità di rappresentazione del Cristo tra le autorità religiose (ebraica, cattolica, protestante e ortodossa) con la chiusa del rabbino:”Questi sono tutti matti!”, passando dall'epifania del centurione Clooney che, ai piedi del Cristo in croce, inizia ad imprecare quando il regista gli dà lo stop perché non riesce a ricordare la parola chiave, “FEDE”.





Nell'eccellente interpretazione corale del cast, spicca Frances McDormand nel ruolo della montatrice C.C. Calhoun: cinque minuti da Oscar.

mercoledì 13 aprile 2016

PPZ - Pride + Prejudice + Zombies



PPZ - Pride + Prejudice + Zombies *1/2 (Pride and Prejudice and Zombies, Usa, 2016, Col, 108’) Burr Steers. Con Lily James, Sam Riley, Bella Heathcote, Douglas Booth, Jack Houston, Matt Smith, Lena Headley, Charles Dance. # Inghilterra XIX secolo. A causa di una misteriosa epidemia il paese viene invaso da un’orda di morti viventi. La famiglia Bennet è composta da cinque sorelle, addestrate nelle arti marziali e all’uso di armi, e dai due genitori, intenti a trovare un marito per almeno una delle figlie in modo da non perdere la proprietà in cui vivono, data la mancanza di un erede maschio. La guerra agli zombie fa da sfondo alle vicissitudini sentimentali che si intrecciano principalmente tra le due sorelle Elisabeth (James) e Jane (Heatcote) con il colonello Darcy (Riley), nipote dell’aristocratica Lady De Bourgh (Headley), ed il suo amico Bigley (Booth). Il film è tratto dal romanzo Orgoglio e pregiudizio e zombie, di Seth Grahame-Smith (sceneggiatore de La leggenda del cacciatore di vampiri e co-sceneggiatore di Dark Shadows) che ha preso uno dei grandi classici della letteratura mondiale, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, riambientandolo in un universo alternativo infestato da zombie. Nell’adattamento cinematografico del regista e sceneggiatore Burr Steers, risulta marginale l’elemento horror. Pur essendoci un paio di idee originali, come i vari stadi di decomposizione fisica e mentale degli zombie, e le mosche dei cadaveri utilizzate per individuare i soggetti contaminati, non si ha la sensazione di essere veramente minacciati da questi morti viventi in versione acqua di rose. La computer grafica usata per il make-up non ha aiutato. Il regista si é concentrato maggiormente sugli intrecci sentimentali sviluppando fedelmente l’ambientazione vittoriana nei costumi, scenografia e dialoghi. Peccato perchè anche i titoli di testa, che raccontano in modo originale la genesi dell’apocalisse, facevano sperare in un film migliore.


martedì 29 marzo 2016

Workshop di scrittura critica


Il mese scorso ho avuto la fortuna di poter partecipare al workshop, organizzato da Filmidee in collaborazione con la Scuola Civica di Milano, Scrivi anche tu per “Il Mereghetti”.



Lo scopo di questo corso, tenuto dall'autore de Il Mereghetti. Dizionario dei Film, Paolo Mereghetti, e dai due coautori Alessandro Stellino (fondatore del magazine online Filmidee) e Filippo Mazzarella (collaboratore del sito Duels), era aiutarmi a capire come gestire le parole per raggiungere la lunghezza giusta per un articolo nitido e preciso e, soprattutto, recensire anche i film che non mi sono piaciuti o mi hanno lasciato indifferente.
Premetto che stiamo parlando di un dizionario, e la stesura di una scheda di un film è molto diversa da un articolo giornalistico o dal post di un blog.
La principale differenza è la sintesi, necessaria in quanto l'ultima edizione de Il Mereghetti contiene 28000 schede in 6050 pagine.
Nelle mie recensioni la trama è dettagliata (con citazioni e dialoghi che la completano), così come la critica, mi piace descrivere ogni dettaglio che mi ha colpito del film. 
Nel dizionario invece la trama deve essere sintetica e non deve assolutamente contenere gli spoiler (nelle mie ogni tanto ci sono, ma con il giusto avvertimento in modo da lasciare il libero arbitrio al lettore).
Anche la critica deve seguire dei parametri. Innanzitutto deve essere comprensibile a tutti quindi bisogna evitare di filosofeggiare troppo ed utilizzare parole troppo ridondanti. Il giudizio non deve essere comparativo con altri film, non bisogna mai mettersi al posto del regista. E, soprattutto, non deve esserci un stroncatura netta (anche se io non sono d'accordo), ad esempio non si può scrivere di un film horror, il cui regista ha fatto del colpo di scena finale il suo marchio di fabbrica, “il film ha tutti i cliché tipici dell'horror, ma con solo un paio sequenze veramente terrificanti, per poi ricadere nel suo solito colpo di scena, che porta in coda altri cinque minuti di pellicola moralizzatrice sul perdono, che sintetizzato è: non buttate via un'ora e mezza della vostra vita. Poi capirete di quale film sto parlando.
Il Mereghetti è anche conosciuto per le stelle di giudizio che vanno da una a quattro intervallate dalle mezze: *scarso, **sufficiente, ***buono, ****capolavoro. Poi c'è anche lo zero (°) ovvero quando un film da una stella è stato fatto da un regista che di media ne prende tre o quattro, ma a detta di Paolo Mereghetti sono molti pochi.
Ci hanno dato un lista di film tra cui sceglierne uno o due da recensire: Quo vado?, Spectre, Steve Jobs, Perfetti sconosciuti, The Revenant, Il caso Spotlight, La corrispondenza, Irrational Man e The Visit. Io ho scelto Spectre e The Visit, che assieme al film con Zalone erano i tre che avevo visto. Ma Quo vado? era troppo, psicologicamente non ero pronto.



Spectre **1/2 (Spectre, Usa, 2015, Col., 148') Sam Mendes. Con Daniel Craig, Christoph Waltz, Léa Seydoux, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomie Harris, Dave Bautista, Andrew Scott, Monica Bellucci. # Città del Messico, Giorno dei Morti. Seguendo le direttive postume del vecchio M, Bond (Craig) sventa un attentato uccidendo il terrorista che lo stava organizzando. L'eclatante azione causa un incidente diplomatico, pertanto il nuovo capo M (Fiennes) lo sospende per aver agito senza autorizzazione. Bond però continua ugualmente ad indagare per trovare il mandante. Gli indizi lo portano a Roma, dove scopre l'esistenza di una pericolosa organizzazione criminale, che si insinua in modo capillare negli ambienti governativi e non, chiamata SPECTRE. Con l'aiuto di alcuni collaboratori fidati rintraccia Madeleine Swann (Seydoux), figlia di un affiliato dell'organizzazione, che lo aiuterà ad arrivare al capo della SPECTRE, Ernst Stavro Blofeld (Waltz). Ma una volta alla resa dei conti riaffioriranno i fantasmi del passato per Bond. Sam Mendes dirige per la seconda volta un episodio dell'agente segreto britannico, allontanandosi completamente dall'introspettivo Skyfall. Nel film, che risulta essere godibile con una regia pulita e mai confusionale, ritroviamo i canoni classici delle pellicole bondiane. Per enfatizzare questo ritorno alle origini Mendes riempe la pellicola di citazioni visive che richiamano i suoi predecessori. Nota stonata l'intepretazione sottotono di Waltz nella parte del malvagio capo della SPECTRE. Il film è fruibile anche per chi non ha visto le pellicole precedenti, riguardanti la genesi del personaggio, pur essendoci un collegamento diretto. Oscar 2016, come migliore canzone, a Sam Smith per il brano Writing's on the wall.




The Visit * (The Visit, Usa, 2015, Col., 94') M. Night Shymalan [Manoj Nelliyattu Shymalan]. Con Olivia DeJonge, Ed Oxenbould, Deanna Dunagan, Peter McRobbie, Kathryn Hahn. # Becca (DeJonge) e Tyler (Oxeboulde) sono i figli adolescenti di una giovane madre che da quindici anni non ha più alcun rapporto con i genitori. Per permetterle di partire per una crociera con il nuovo fidanzato acconsentono di andare a conoscere per la prima volta i loro nonni e passare una settimana a casa loro. I due ragazzi intenti a girare un documentario amatoriale sulla loro madre decidono di filmare tutta la vacanza. All'inizio sembra andare tutto bene, i nonni sono gentili e premurosi, ma poi le cose iniziano a cambiare a causa degli atteggiamenti strani e violenti dei due anziani. Shymalan, dopo due blockbuster, si cimenta in un horror a basso costo girato in stile found footage molto in voga in questi ultimi anni, infatti le immagini provengo dalle due telecamere utilizzate dai ragazzi. L'idea di fondo del film è anche discreta, ma la sceneggiatura ha dei buchi sin troppo evidenti, partendo dal fatto che i due bambini si recano da soli dai nonni, senza nemmeno conoscerne l'aspetto. Inoltre alcune scene che vogliono creare tensione sfiorano il ridicolo. In tutta questa regia confusa si salva solo la sequenza, girata in soggettiva, dell'inseguimento ambientato sotto la casa. Non manca il classico colpo di scena che tanto ha dato lustro ai film di Shymalan. Malriuscito anche il doppiaggio con i rap imbarazzanti del bambino.


Il secondo ed ultimo compito che ci è stato assegnato è quello di recensire PPZ - Pride + Prejudice + Zombies. La miglior scheda sarà pubblicata nella prossima edizione de Il Mereghetti. Al momento non ci hanno ancora fatto sapere chi è il vincitore, comunque a breve la pubblicherò nel blog.
SPOILER: gli ho dato una stella e mezza.


Milkshake Martin and Lewis (Pulp Fiction)


Se volete sapere di che sa un frappè da cinque dollari ci sono due modi.
Il primo è andare al Jack Rabbit Slim's, dopo aver prenotato un tavolo (collocato all'interno di una Chrysler New Yorker del 1956), e ordinare al cameriere "Buddy Holly" un Durwood Kirby burger e un milkshake Martin and Lewis.
Dopo però vi tocca ballare scalzi sulle note di "You never can tell" di Chuck Berry.
Oppure seguire la seguente semplice ricetta (presa dal ricettario "In cucina con Tarantino" allegato al DVD Jackie Brown).



Milkshake Martin and Lewis
Ingredienti per una persona
  • 1 bicchiere di latte
  • 100 gr. di gelato alla vaniglia
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 2 cucchiai di ghiaccio tritato
  • 1 ciliegina
Mettete tutti gli ingredienti nel frullatore e girate la manopola al massimo, continuando a frullare finché saranno completamente disintegrati e gonfi d'aria.
Versate il frullato in un bicchierone bello grande, guarnite con una ciliegina e infilate la cannuccia.
Sorseggiate mugolando come Mia Wallace.

Questo frullato si ispira ai due comici degli anni cinquanta, Dean Martin e Jerry Lewis. In alternativa, se invece del gelato alla vaniglia mettete quello al cioccolato otterrete il frullato Amos & Andy, citato nel film, ispirato a due artisti di colore.
Se vi piace rinforzato, come lo vorrebbe Vincent, aggiungete una spruzzata di Bourbon.



Accidenti, è davvero buono questo frullato. Non so se vale 5 dollari, ma cazzo è veramente buono!
(Vincent Vega)

sabato 26 marzo 2016

Chi è Keyser Soze?



Pare che sia turco. C'è chi dice che il padre sia tedesco. Nessuno crede che esista davvero. Nessuno l'ha mai conosciuto o visto qualcuno che abbia lavorato per lui. Ma a sentire quello che dice Kobayashi, chiunque avrebbe potuto lavorare per Soze. Non lo sapevano...era questo il suo potere. 
La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stata convincere il mondo che lui non esiste.
Una delle storie che mi hanno raccontato i ragazzi, che io credo, è di quando Soze stava in Turchia.
C'era un gruppo di ungheresi che voleva formare una banda, avevano capito che per avere il potere non c'è bisogno di fucili o di soldi ne di essere in molti, serviva solo la volontà di fare quello che gli altri non vogliono fare. Dopo un po arrivano al potere e prendono di mira Soze. Era un pesce piccolo, allora. Spacciava solo droga, dicono.
Arrivano a casa sua di pomeriggio vogliono fregargli la roba, trovano la moglie e i figli in casa e decidono di aspettare Soze.
Lui arriva a casa sua e trova la moglie violentata e i figli che urlano. Gli ungheresi sanno che Soze è un duro e vogliono fargli capire che loro non sono da meno.
[Flashback: un ungherese sgozza uno dei figli]
Gli dicono che vogliono il suo territorio e tutto il suo giro.
Soze guarda fisso negli occhi i suoi familiari e fa vedere a quei uomini di ferro cosa sia una volontà di ferro.
[Flashback: Soze spara a due ungheresi, puoi uccide i suoi figli e la moglie]
Gli dice che preferisce vedere la sua famiglia morta piuttosto che vivere un altro giorno, dopo quanto è successo. Lascia vivere l'ultimo ungherese.
Aspetta che la moglie e i figli siano sottoterra, poi va cercare il resto della banda. Uccide i loro figli, uccide le loro mogli, uccide i loro genitori e i loro amici. Brucia le case in cui vivono e i negozi in cui lavorano. Uccide perfino le persone che gli devono dei soldi.
E come niente...sparisce!
Un clandestino. Nessuno l'ha più visto da allora. Diventa un mito. Una storia del terrore che i criminali raccontano ai figli "Se non obbedisci a papà, Keyser Soze ti porta via".
Ma nessuno ci crede veramente
(Roger "Verbal" Kint)

I soliti sospetti

giovedì 11 febbraio 2016

Satan's Alley


Il cinque volte premio Oscar, Kirk Lazarus. 
Il vincitore del MTV Movie Award, per il miglior bacio, Tobey Maguire.
Vincitore dell'ambita Scimmia Urlante al Festival del Cinema di Pechino.



lunedì 1 febbraio 2016

Tra sogno e realtà


SPOILER: nel post che segue verrà svelato il finale del film.
Inception di Christopher Nolan è uno di quei  film "mindfuck" da vedere assolutamente. Non tanto per la storia, che è molto lineare, ma per il finale.

Don Cobb è il miglior estrattore di preziosi segreti dal subconscio delle persone durante il loro stato onirico, quando la mente è maggiormente vulnerabile.
Essendo accusato dell'omicidio della moglie non può rientrare negli Stati Uniti, dove abitano i suoi figli, altrimenti viene arrestato.
Mr. Saito, un ricco imprenditore asiatico, lo ingaggia per innestare nella mente di Robert Fischer, giovane erede del suo rivale, l'idea di dividere il suo impero economico alla morte del padre. Trattandosi di installare un'idea, invece di estrarla, è un'operazione delicata che solo Cobb è in grado di realizzare.
Come pagamento Mr. Saito gli promette di permettergli di ritornare in patria a riabbracciare i suoi figli, facendo cadere le accuse nei suoi confronti con una semplice telefonata, in cambio gli chiede di partecipare anche lui al sogno condiviso per verificare l'esito del lavoro.
La squadra che aiuterà Cobb nella sua missione è composta da:
Arthur, che è la mente del gruppo che si occupa di realizzare il piano nei minimi dettagli;
Arianna, è l'architetto che creerà i luoghi nei quali i membri della squadra si muoveranno durante l'esperienza onirica (Nei sogni puoi ingannare l'architettura realizzando forme impossibili, questo ti permette di creare dei circuiti chiusi come la Scala di Penrose, la scala infinita: il paradosso. Un circuito chiuso come questo ti aiuta a dissimulare i confini del sogno che crei);
Eames (il falsario) riesce a creare un’identità falsa nella propria fisicità e a convincere la vittima di essere chiunque il gruppo voglia  che lui sia per facilitare l’inganno;
infine c'è il chimico Yusuf che realizzerà un particolare sedativo permettendo di far condividere gli stati del sogno a tutti i membri.
Ogni membro del team ha un suo totem. Un piccolo oggetto di uso comune con un particolare conosciuto solo al suo possessore, utile per fargli capire se si trova nella realtà o nel sogno di qualcun altro.
Quello di Cobb è una trottola quando finisce di girare e cade vuol dire che è sveglio.
Per poter impiantare l'idea "mio padre non vuole che io sia lui per forza" bisogna andare in profondità nel subconscio della vittima in modo che questa si svilupperà naturalmente nella sua mente, pertanto serviranno tre livelli si sogno. Nel terzo verrà effettuato l'innesto.
(Le funzioni cerebrali saranno venti volte più del normale e quando entrerete nel sogno dentro quel sogno l'effetto sarà esponenziale. Tre sogni, sono dieci ore) .
Il luogo ideale per poter sedare la vittima, senza che questa se ne accorga è il volo Sydney -Los Angeles, lo stesso che utilizza Fischer per riportare la salma del padre negli Stati Uniti. La durata del volo di circa 10 ore permette loro di avere il tempo e la tranquillità necessari a eseguire l'innesto.
A lavoro effettuato, quando la squadra si sveglia, Saito, prima di scendere dall'aereo, fa la telefonata promessa in modo che Cobb riesce a passare la dogana ed andare a casa dai suoi figli.
Nell'ultima sequenza fa girare la trottola, ma non si cura se cade oppure no.




La trottola cade o no? Cobb è sveglio o sta ancora sognando?

In un discorso ai laureandi di Princeton, Nolan, riguardo la filosofia del film, sostiene che:
"In generale, in questi discorsi, si dice sempre “inseguite i vostri sogni”. Io non ve lo dirò, perché non ci credo. Inseguite, piuttosto, la vostra realtà. Nel tempo si è deciso che la realtà sia il parente povero dei nostri sogni. E io invece voglio dire che i sogni, le nostre realtà virtuali, le astrazioni di cui ci si innamora e in cui ci si crogiola, sono dei sottogruppi della realtà”.
Collegandosi al finale del film  ha poi dichiarato:
"alla fine del film, Cobb, cioè Di Caprio, si ritrova con i suoi figli – almeno nella sua realtà soggettiva. Ma non si riesce a sapere se si tratta della realtà oggettiva o meno. E tutti quelli che incontro me lo chiedono, ed è significativo: tutti vogliono sapere se è nella realtà perché, alla fine, è la realtà che conta. È quella che importa davvero".
Ovvero lascia il finale aperto.

Questa teoria è molto affascinante, ma io ho voluto rivedere il film e fare qualche ricerca su internet per capire se riuscivo a trovare qualche indizio che risponda al quesito.
Ne ho trovati alcuni molto interessanti che propengono per la caduta della trottola e di conseguenza il risveglio di Cobb.

Se ci fate caso ogni volta che Cobb sogna porta la fede invece quando si trova nella realtà non ce l'ha e se si guarda attentamente quando si sveglia non la porta. Quindi mi chiedo se il suo totem non sia la fede e non la trottola che era quello della moglie e lui se ne è impossessato dopo la sua morte.
Ma se lui è sveglio perché i bambini sono uguali agli stessi dei suoi ricordi? Infatti non è così.
Innanzitutto gli attori gli interpretano sono diversi (fonte IMDB), quindi due attrici per la bambina e due per il bambino in quanto nel frattempo sono cresciuti.
Inoltre se ci si fa caso i vestiti che indossano nei ricordi di Cobb sono riversi da quelli che hanno nella realtà, come afferma il costumista Jeffrey Kurland nell'intervista rilasciata al sito clothesonfilm.com.


Da quando Cobb si sveglia a quando arriva a casa non ci sono paradossi.
Per ultimo Michael Caine, che interpreta il suocero di Cobb, durante un programma radiofonico alla BBC si è lasciato sfuggire la spiegazione sul finale del film:
"Se sono lì è ovvio che sia realtà, perché non ho mai fatto parte del sogno. Sono colui che ha inventato il sogno”.



Capisco che il finale aperto è più intrigante, ma la trottola cade.


mercoledì 27 gennaio 2016

Gli spoiler di Scorsese


Nel 2007, con il film The departed - il bene e il male, Martin Scorsese vince il suo primo Oscar come miglior regista.
A mio parere quel premio fu un sorta di "risarcimento" al cineasta per le mancate assegnazioni a pellicole del calibro di Quei bravi ragazzi, Taxi driver e Casinò solo per citarne alcune. Infatti quell'anno io l'avrei dato a Iñárritu per il film Babel.

SPOILER
Anche se non mi ha entusiasmato più di tanto c'è curiosa scelta stilistica che ritengo geniale. 
Scorsese fa comparire una X, tramite appositi giochi di luce o oggetti sul set, ogni volta che qualcuno viene ucciso sullo schermo o parla di un omicidio.
Ad esempio quando Queenan cade dal palazzo le finestre dell'edificio sono tutte segnate con una X, oppure quando Sullivan rientra nel suo appartamento possiamo notare due grosse X rosse sul pavimento del corridoio.



C'è però da sottolineare che non si tratta di un'idea originale di Scorsese, infatti il regista la utilizza per omaggiare la pellicola gangster di Howard "The aviator" Hughes, del 1932, Scarface - lo sfregiato
Nel film di Hughes le X sono sempre presenti ed utilizzate allo stesso modo. Si notano prepotentemente sia nei titoli di testa che in quelli di coda, e anche il protagonista ne ha una in faccia sotto forma di cicatrice preannunciando in questo modo la fine a cui andrà incontro.



lunedì 25 gennaio 2016

La televisione non è la verità!



Edward George Ruddy è morto oggi!
Edward George Ruddy era il grande presidente della Union Broadcasting Systems ed è morto alle 11 di questa mattina di collasso cardiaco e, poveri noi, stiamo affondando nella merda!
Così un ricco ometto coi capelli bianchi è morto. 
Cosa c'entra questo con il prezzo del riso, esatto? E perché io dico "poveri noi"? 
Perché voi, il pubblico, ed altri 62 milioni di americani, ascoltate me in questo istante! Perché meno del 3% di voialtri legge libri, capito? 
Perché meno del 15% di voi legge giornali o riviste! 
Perché l'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla TV! Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla TV. La TV è la loro Bibbia, la suprema rivelazione. La TV può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La TV è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio, e poveri noi, se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati e quindi poveri noi che Edward George Ruddy è morto. 
Perché questa Società è ora nella mani della CCA, la Communications Corporation of America; c'è un nuovo presidente in carica, chiamato Frank Hackett, al 20° piano nell'ufficio del signor Ruddy e quando una fra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui. Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! 
La televisione non è la verità! 
La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni e giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere. Quindi se volete la verità andate da Dio, andate dal vostro guru, andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l'unico posto dove troverete mai la verità vera. Sapete, da noi non potrete ottenere mai la verità: vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna, noi vi diremo che, che Nero Wolfe trova sempre l'assassino e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare e che per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete, guardate l'orologio, alla fine dell'ora l'eroe vince, vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire. Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero, ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede... conoscete soltanto noi! Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui, cominciate a credere che la TV è la realtà e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la TV vi dice: vi vestite come in TV, mangiate come in TV, tirate su bambini come in TV, persino pensate come in TV. Questa è pazzia di massa, siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni!
Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito!!!
(Howard Beale)

Quinto potere