giovedì 18 febbraio 2010

Bastardi senza gloria



Cinque capitoli dividono il film che descrive due storie apparentemente divise ma che, alla fine, convergeranno in un unico grande progetto volto a eliminare le maggiori cariche del partito nazionalsocialista tedesco.

Francia 1941.
La giovane ebrea Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent) assiste allo sterminio di tutta la sua famiglia per mano del colonnello delle S.S. Hans Landa (Christoph Waltz). Cambierà nome e vita, diventando proprietaria di una sala cinematografica a Parigi, conservando un autentico odio verso i tedeschi.
Parallelamente una squadra speciale di soldati di origine ebraica, i basterds, capeggiata dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), gira da regione a regione, collezionando numerose mattanze naziste e divenendo sempre più conosciuti e temuti tra le fila nemiche.
"Noi siamo qui per ammazzare i nazisti e gli affari ci stanno andando bene”.I destini della giovane e dei bastardi si incroceranno quando il ministro della propaganda nazista, Joseph Goebbels, decide di organizzare una serata di gala, a cui parteciperanno le più alte sfere del terzo Reich compreso Hitler, per la presentazione di un nuovo film tedesco, proprio nel cinema della ragazza.


Il ritorno di Quentin Tarantino è indubbiamente in grande stile.
Libero adattamento di “Quel maledetto treno blindato” del 1977, “Bastardi senza gloria” è una commistione di stili, citazioni e omaggi.
Il film di Castellari uscii negli Stati Uniti con il titolo Inglorious Bastards, Tarantino nel suo titolo originale ha aggiunto una "u" e sostituendo l’ultima "a" con una "e": Inglourious Basterds.
L'amicizia fra i due registi ha fatto sì che al regista italiano fosse assegnato un piccolo cameo all'interno della pellicola.
L’amore di Tarantino per il cinema italiano degli anni '60 e '70 continua:
Mike Myers, ad esempio, interpreta il generale Ed Fenech, evidente omaggio all'attrice Edwige Fenech, già voluta da Tarantino per un cameo in Hostel: Part II, diretto dall'amico Eli Roth.
Roth in questo film, oltre ad interpretare il sergente Donnie Donowitz "L'Orso Ebreo", ha girato anche il docu-fiction “Orgoglio della nazione” che viene proiettato durante la serata di galà.

L’autocitazione più evidente riguarda proprio la struttura del film, la suddivisione in capitoli ricalca molto da vicino di Kill Bill.
Ognuno dei cinque capitoli conserva un’atmosfera propria, a tal punto da poterlo considerare come un vero e proprio film nel film:
1. C'era una volta nella Francia occupata dai nazisti
Tarantino attinge a piene mani dallo stile spaghetti-western di Sergio Leone per quanto riguarda l’aspetto estetico (ambientazione, campi lunghi contrapposti primi piani ravvicinati), che quasi ci si dimentica di essere nella campagna francese durante l’occupazione nazista.
La scena è un lungo interrogatorio ambientato nella casa di un contadino francese nella quale è stata inviata una squadra di S.S. per verificare la presenza o meno di ebrei nella zona.
Tarantino propone subito una sequenza di suspense puramente hitchcockiana, dove si rimane inchiodati davanti allo schermo aspettando di vedere chi avrà la meglio.
Qui facciamo la conoscenza con il colonnello Hans Landa, interpretato dallo sconosciuto Cristopher Waltz, candidato a diventare uno dei personaggi più cattivi della storia del cinema.
L’attore austriaco, infatti, conferisce al suo personaggio ora una presenza melliflua ma elegante, ora un profilo meschino ma accattivante, ora un'inclinazione malvagia e terrificante, ma al contempo beffarda e divertente. Strameritata la Palma d’oro.

2. Bastardi senza gloria
Il secondo capitolo è la presentazione dei basterds, ed inizia con l’ormai famoso monologo di Brad Pitt davanti al suo plotone di uomini; il suo tenente Raine è rozzo, arrogante, volgare, scurrile, insomma degno dei più alti cliché tarantiniani.
Qui Tarantino ci mostra il modus operandi dei bastardi, a loro non interessa uccidere nazisti, o almeno non solo, quello che fanno è creare terrore nelle fila tedesche, li privano persino del loro scalpo, gli rubano la dignità nella morte, e questa è la cosa peggiore che possa accadere ad un soldato.
Al regista non interessa affrontare temi seri come la guerra o l'olocausto, lui vuole solo raccontare il suo modo di vedere il cinema e lo fa attraverso la violenza a volte insensata dei bastardi.
In questo contesto Hitler appare in versione volutamente macchiettistica come un pazzo urlante che sfiora il ridicolo, ma come detto non è di storia che vuole parlare Quentin.

3. Nazisti a Parigi
Nel terzo capitolo ritroviamo Shosanna, l’unica superstite del massacro avvenuto per mano degli squadristi di Landa.
E’ una donna fragile ed indifesa, eppure mossa da un forte senso d'odio e vendetta.
Tarantino crea una sorta di empatia tra Soshanna e lo spettatore, quasi come se la sua eroina rappresentasse un omaggio a tutti i civili che si sono opposti al regime nazista.
Divenuta proprietaria di un noto cinema parigino, gli capita, suo malgrado, di essere corteggiata da un eroe nazista. Questo la porta a conoscere gli alti gerarchi nazisti.
Goebbels (ministro della propaganda) decide di organizzare una serata di gala, con tutte le alte sfere del terzo Reich, proprio nel suo cinema e questa sarà per lei l’occasione di rivalsa.

4. Operazione Kino
Si svolge tutto nella taverna "La Louisianne", la matrice di questa sequenza è puramente spionaggistica e la suspense la fa nuovamente da padrona.
I bastardi hanno avuto ordini di recarsi a Parigi, presenziare anche loro al galà e uccidere tutti i tedeschi presenti. Per potersi infiltrare hanno bisogno di un contatto: un'attrice tedesca doppiogiochista interpretata da Diane Kruger, che dovranno incontrare proprio alla taverna.
Tarantino oltre ad affidarsi a lunghi dialoghi, mette in risalto anche il linguaggio non verbale:
“Tre bicchieri”, dice il bastardo, travestito da ufficiale nazista, ordinando un nuovo giro di alcol indicando il numero di bicchieri con le dita. Ma alza indice, medio e anulare (americano) invece di pollice, indice e medio (tedesco o italiano). E il vero ufficiale nazista capisce.
Questo dimostra che a volte le parole ed i gesti sono più efficaci e spettacolari di qualsiasi effetto speciale.

5. La vendetta della faccia gigante
Nell’ultimo capitolo confluiscono tutti i personaggi nella stessa scena fino a giungere al pirotecnico finale. Questa parte forse rappresenta il momento visivamente e stilisticamente migliore dell'intero film, dove Quentin riesce sempre a creare il giusto grado di tensione senza mai risultare vacuo o incostante. Da segnalare il lungo piano sequenza nel quale ci vengono presentati tutti i personaggi presenti alla premiere nell'atrio del cinema.
Tutto il capitolo è una metafora sulla potenza del cinema!


E tutto si conclude con la voce di Tarantino che ci parla attraverso il tenente Aldo Raine!
"Sai una cosa, Utivich? Questo potrebbe essere il mio capolavoro!”.

venerdì 12 febbraio 2010

Pasta e ceci (I soliti ignoti)

Vuoi gustarti un buon piatto di pasta e ceci?
Trova quattro amici, convincili a fare un colpo sicuro al Monte di Pietà in via delle madonne a Roma.
Ti dovrai anche avvalere della consulenza di Dante Cruciani (il non plus ultra degli scassinatori in circolo) per poter aprire la “comare”.
Dovrai fare la corte a Nicoletta, cameriera nell'abitazione adiacente al Monte, per potergli rubare le chiavi di casa.
Una volta entrato nell’appartamento dovrai sfondare la parete sbagliata per ritrovarti in cucina, lì troverai la pasta e ceci già pronta!

Se, invece vuoi gustartela a casa con i tuoi quattro amici ti occorrono:
  • 300 g. di ceci secchi
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 4 spicchi d’aglio
  • 2 rametti di rosmarino
  • 1 cucchiaio di passata di pomodoro
  • mezzo bicchiere di olio extra vergine d’oliva
  • sale e pepe
  • 2,5–5 dl. di brodo di carne
  • 200 g. di tagliatelle
Poni in un recipiente i ceci ed il bicarbonato, coprili con acqua fredda e lasciali a bagno per 12 ore.
Scolali e trasferiscili in una pentola. Coprili d’acqua fredda, salali, aggiungi 2 spicchi d’aglio, un rametto di rosmarino e cuocili semicoperti a fuoco medio per circa un’ora.
Passane ¾ al passaverdure
In un tegame di terracotta fai soffriggere per 3 minuti a fuoco medio, in 3 cucchiai d’olio, 2 spicchi d’aglio e un rametto di rosmarino.
Unisce il cucchiaio di passata di pomodoro e fai cuocere per altri 2 minuti.
Unisci il brodo di ceci, i ceci passati ed i ceci interi e fai cuocere sul fuoco medio fino al bollore (se la minestra si raddensa troppo unisci del brodo di dado).
Con le mani spezza le tagliatelle ed aggiungile alla minestra; falle cuocere per circa 10 minuti.
Aggiungi sale e pepe e servi in tavola.

Renaissance



Parigi 2054.
Nella capitale francese, dove ogni gesto viene controllato e filmato, le telecamere di sorveglianza di un parcheggio riprendono il rapimento di una giovane donna.
Si tratta di Ilona Tasuiev, una promettente scienziata che lavora per la multinazionale farmaceutica Avalon.
Poiché non viene richiesto alcun riscatto e le indagini sembrano giunte a un punto morto, viene ingaggiato Barthélémy Karas, un poliziotto specializzato nei casi di sequestro di persona.
Questi dovrà interagire con personaggi più o meno loschi: il mentore della ragazza, il vice presidente della Avalon, un ricercatore giapponese e il boss della malavita locale.
Emergeranno anche indizi rilevanti come: furti di identità, file mancanti negli archivi della Avalon, e il protocollo “Renaissance”.
Karas scoprirà che la giovane è coinvolta in una cospirazione più grande di qualsiasi immaginazione.
Trovare Ilona, a questo punto, diventa vitale. La posta in gioco è molto più alta della sola vita della ragazza.


Opera prima del regista francese Christian Volckman girata in Motion Capture, che consiste nel filmare attori equipaggiati di captatori per poi rielaborare le immagini graficamente, Renaissance fa piombare lo spettatore in un intrigo poliziesco a ritmo serrato dove si susseguono inseguimenti, sparatorie e colpi di scena.
Non mancano le tematiche socio-politiche: etica della ricerca scientifica e manipolazione genetica, avidità senza fine delle multinazionali, sviluppo di una polizia high-tech che sorveglia la città attraverso telecamere e archivi interconnessi.
E' Parigi la vera protagonista di questo film: labirintica, piena di tunnel ed edifici a più piani sempre dominati dalla Tour Eiffel, dal Sacro-Cuore e da Notre-Dame (trasformata in grande magazzino), mantenendo una giusta distanza tra l’immaginario della fantascienza e il realismo contemporaneo.
L’utilizzo del bianco e il nero non solo neutralizza le espressioni dei personaggi, che comunicano più che altro con il sonoro rievocando i film noir anni 30, ma rende più affascinante la visione giocando a meraviglia con i contrasti di ombre e luci.



mercoledì 3 febbraio 2010

Se hai un sogno tu lo devi proteggere



Hey! Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok?
Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare.
Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto. (Chris Gardner)

La ricerca della felicità